COLLEGNO (TO) � Era da parecchi anni che non guardavo la classifica di un campionato dal vertice, e quindi voglio iniziare questo commento facendo i complimenti alla Squadra per aver raggiunto questo obiettivo, apparentemente facile e quasi scontato, ma che in realt� � costato fatica e sudore a tutti quanti.
Le difficolt� sono state obiettivamente parecchie: conciliare gli allenamenti ed i viaggi con lo studio, allenare con i giocatori compartecipati con la prima squadra, coordinare figli, allenatori e genitori considerando gli impegni lavorativi e, soprattutto, amalgamare due annate con abitudini diverse e formate da ragazzi dal carattere �esuberante�, com�� normale che sia nell�intorno dei diciotto anni. Il mio �stato dell�arte� � che siamo riusciti abbastanza bene in tutto, tranne che in quest�ultimo punto, e ne ho purtroppo avuto l�ennesima conferma durante i primi quarti della gara di ieri sera: raffiche di consigli pi� o meno attinenti dagli spalti, nervosismo ingiustificato (considerato che eravamo matematicamente primi ancor prima di scendere in campo), lunghe discussioni durante le sospensioni per giustificare se stessi e tentare di scaricare la responsabilit� degli errori verso gli altri compagni, e l�ormai radicata convinzione che i cambi siano operati per unire un errore individuale, e non per risolvere un problema contingente legato al nostro quintetto ed a quello degli avversari.
Se vogliamo crescere come Gruppo dobbiamo fare tutti un passo indietro, riflettere sui nostri comportamenti, ammettere umilmente di non esserci ancora e quindi ricominciare da zero, facendo leva sulle piccole cose: guardare la partita senza fare commenti negativi, entrare in campo con il sorriso (perch� alla fine fare sport � una festa), dare il cinque a chi ci sostituisce, applaudire, complimentarsi con chi fa canestro o difende strenuamente sul migliore degli avversari, ammettere serenamente di aver fatto una scelta sbagliata, ascoltare, accettare positivamente le osservazioni altrui, andare tutti insieme a centrocampo per l�urlo di fine gara sia nella vittoria che nella sconfitta, e cos� via, aggiungendo tutto quello che di costruttivo possa venire in mente. Ieri sera nessuno di noi ha approcciato la partita in questo modo, ed i risultati negativi si sono visti chiaramente. Appena ci siamo imposti di ragionare in modo leggermente diverso le cose sono cambiate, e la partita � andata in porto com�era lecito aspettarsi. Dobbiamo rendere naturale questo modo di essere, altrimenti non andremo da nessuna parte (e non mi riferisco ai soli risultati sportivi�).
Marted� prossimo si chiude con la trasferta di Arona, ininfluente per noi ma decisiva per loro: dobbiamo fare di tutto per rendergli dura la vita, cos� come abbiamo fatto sinora con le altre squadre, ma soprattutto abbiamo il dovere di provare a cambiare noi stessi. Per chi ci crede, una partita senza pressioni � l�occasione giusta per incominciare a farlo.
Ciao dal Vostro
Luca # 7